mercoledì 6 settembre 2017

Dirty Dancing e i pruriti

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Sapete quando viene il momento di fare il famoso discorsetto alle figlie? Quello sui pruriti, non intimi, ma ormonali?
Quello di un gradino superiore rispetto al primo, lasciando perdere semini e piantine?
Qualcosa che abbia un pizzico di femminismo e il giusto grado di moralismo?

I dubbi si moltiplicano perché c'è sempre la paura di essere troppo rigide o troppo lascive con tutte le conseguenze che ne derivano.
Perché si sa, benché i tempi si dicano moderni, c'è ancora quella falla nell'educazione sessuale generata dal genere, e con falla non intendo certo il femminile di fallo.

Più volte ho sentito complimenti o battute fatti da neo genitori alle dimensioni del pisellino del maschietto appena nato, ma mai e poi mai ho sentito mamme e soprattutto papà dire della loro neonata: "ha una bernarda larga così!".

Sta male, c'è qualcosa che stona e ce ne rendiamo conto e tutto questo non fa che aggravare il difficile compito educativo.
Allora, fate come me, lasciate perdere ogni forma di proselitismo e teoria freudiana, non prendete in considerazioni religioni esoteriche con tutti gli adepti al seguito, non inerpicatevi su strade sconnesse e poco trafficate, affidatevi a Dirty Dancing.

Non c'è femmina che io conosca che non si sia sparata questo film almeno una dozzina di volte e ogni volta l'emozione è sempre la stessa.
Tutte primo o poi ci siamo immaginate avvinghiate a Patrick, con la mano sul cuore per sentire il ritmo del mambo o a fare scalinate come Baby, su e giù per un gradino per millanta volte.
Quanto ci è piaciuto baloccarci con l'idea di essere ballerine provette, solo per il fatto di indossare una gonna a ruota.
Quando lo trasmettono parte il tam tam mediatico: "Su canale 5 fanno Dirty Dancing" e spem, l'audience impenna!!

Oltre al piacere della visione, questa pellicola ci delizia con una nascosta e indispensabile lezione di vita.

Ma iniziamo dal principio, il titolo, Balli Proibiti: qui c'è già un chiaro riferimento a quello che andrà a fare la protagonista, qualcosa che le è stato proibito fino a quel momento.

Baby arriva in questo villaggio vacanze, una sorta di purgatorio dove il colore più acceso sembra essere quello dell'impermeabile del Tenente Colombo e soprattutto zero pruriti in previsione, causa l'età media degli ospiti; infatti viene condotta là ogni anno dai genitori con la speranza di farne una frigida e ricca politica ( Le aspettative...)

Poi però arriva lui, Johnny, per gli amici Minkia Johnny, con un chiaro riferimento ad una precisa parte anatomica del suo corpo, e Johnny sa ballare e come se sa ballare (metafora...).

Lo mettono lì sul palco a farsi ammirare, come a dire: guardare e non toccare è una regola da imparare.

Ma Johnny ad una certa scende dal palco e ci fa salire Baby (metafora...).
Lui è tutto il contrario di quello che i genitori hanno sempre sperato per la loro piccola : povero in canna, ma bello da far schifo, uno che urla sesso da ogni poro, tanto che anche la madre lo guarda con occhio sornione.

La protagonista all'inizio del film viene avvicinata dal nipote del proprietario, ricco da far schifo anche lui, ma sfigato all'inverosimile e i genitori la spingono tra le braccia di questo ameba, tanto lo sanno che con lui non corrono il rischio che la figlia diventi una moderna Lady Godiva e tutto procede secondo i piani parentali: barattare la virtù della figlia per un bene economico maggiore.
Alla fin fine ci hanno sempre insegnato a temere una sana e consapevole libidine, per dirla in stile Fornaciari e in seguito a tramandarla oralmente...

Prendiamo anche in considerazione la figura dei genitori nel film: il padre, superficiale e con la vitalità di Maurizio Costanzo, la madre, inesistente, un'ombra non ben identificata, tipo Flavia Vento sotto vetro.
Senza parlare di Lisa, la sorella frivola e ignorante che vuole spedire in Africa gli avanzi di cibo.
Diciamocela però com'è, tutte prima o poi ci siamo sentite come Lisa quando canta alla festa di fine estate in costume hawaiano: fighe da paura, invece eravamo delle sfigate inclassificabili.

C'è un momento in cui Minkia Jonny prova un approccio con il padre di lei per farsi accettare, ma tesoro mio, ti presenti alla sua porta tutto borchiato e ricoperto di pelle nera, quanto di più deleterio per l'immagine di un padre. Riporta a bordelli, sadomaso, sesso occasionale e poi il padre è pure un dottore, sa cosa questo possa comportare in fatto di malattie veneree.
E qui noi mamme ci identifichiamo, perché siamo anche un po' dottori (l'ho sparata alla Carboni).

Anche il cameriere, Robbie, sa che deve mascherare il suo essere lupo e lo fa con un neutralissimo cardigan color pelle, così da passare inosservato.
Però Baby è più sveglia dei genitori e non cade nel tranello del lupo, lei è cresciuta a favole e libri di diritto e sa che non c'è da fidarsi.

Veniamo però al fulcro della nostra lezione, l'apice del film, quando c'è la ribellione al padre, con la tanto famosa e ripetuta frase :

"Nessuno può mettere Baby in un angolo".
(la ribellione...)

Qui ci sono secoli di manuali filosofici, antropologici, guide fai da te e manuali per i genitori. La figlia finalmente taglia il cordone ombelicale e inizia a volare, infatti lei per la prima volta riesce a compiere la tanto attesa mossa dell'angelo sulle braccia di lui (ricordate che siamo in campo metaforico, ma qui, piuttosto che metà forico, mi pare...ma lasciamo perdere).

Anche la madre, quasi non pervenuta per tutto il film alla fine si riprende e pure lei viene rapita dalla bellissima e nuova coppia che si esibisce sul palco tanto da resuscitare il morto del marito e iniziare una timida e speranzosa danza.

Questo sta a dimostrare che anche noi vecchietti possiamo trarre giovamento dai giovani, essere spronati a non arrenderci e a tenere alta la nostra bandiera!

Capisco inoltre di essere invecchiata perché per la prima volta ho guardato il film con gli occhi dei genitori e non della ragazza e mi sono chiesta cosa avremmo fatto io e mio marito al loro posto.
Non so con precisione, ma sicuramente mio marito non sarebbe stato in veranda a rimuginare, ma al ristorante a gridare al cameriere Robbie : "Ar mio segnale, scongelate l'agnellooooo!!!" 

La conclusione della pellicola è come una grande orgia dove ricchi e plebei copulano finalmente felici insieme e lì sta l'apoteosi del film, quasi l'illuminazione :
"Fatelo con chi volete, basta che vi faccia essere felici".

Concludendo, se alla fine di questa intensa lezione di vita, alle vostre figlie restasse ancora qualche dubbio sul da farsi, consiglio vivamente la lettura del libro: "Va dove ti porta la vagina".

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