Stamattina ho capito l'immensità del bene di un padre verso la figlia.
Erano le 5.30 e a casa c'era già fermento: una figlia era sveglia per andare a vedere una gara di cavallo e uno era sveglio per andare a correre (scusate, ma per la privacy non posso dire il nome dell'uno e dell'altra...

Bhe, torniamo a noi, anzi a me, visto che quella svegliata ero io...
Il caldo era insopportabile, perfino i cani non avevano voce neanche per abbaiare, ma solo poca saliva giusto per ansimare un po'.
Cercavamo spiragli di ossigeno tentando di ricreare in casa il microclima adatto per un tornado in formato famiglia, ma purtroppo abbiamo scoperto che benché tutte le finestre fossero spalancate, l'unica cosa che si formava poteva avere la forza di una scoreggia non proprio di un tornado.
Orsù, sto tergiversando, ma la breve introduzione serve per calarci nel momento.
Caldo, sudore, umidità, mancanza d'aria, eppure, ad una certa, il papà sopra menzionato se ne esce con :
"Amò, ma un giacchetto non lo prendi? E se piove?"
Mi sono commossa, non perché hai sguazzato nel sudore tutta notte, lasciando dietro di te scie che farebbero invidia alla più tirosa delle lumache, ma perché l'amore di un padre verso la figlia è qualcosa di trascendentale, esula dal momento fisico, tende all'infinito e quasi sicuramente ci arriva. 💕
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